I boschi coprono una parte molto estesa del territorio di La Salle, soprattutto sulla destra orografica, dalla Dora fino alle cime delle montagne. In passato, questo aspetto costituiva una risorsa di grande importanza per il paese poiché, nel corso dei secoli, il legno poté essere sfruttato in diversi modi.

All'inizio veniva utilizzato sul posto, per la costruzione delle abitazioni e delle stalle e per far fronte a tutte le esigenze della vita domestica e agricola. In seguito, i carbonins iniziarono a utilizzare i larici e gli abeti per produrre il carbone. Ancora oggi, nei boschi, si possono vedere le antiche carbonaie (tzarbouie): superfici limitate di terreno, sostenute da un muretto per renderle pianeggianti, dove i carbonins bruciavano i tronchi di legno tagliati, ammassati e coperti di terra. Quando occorreva, la legna carbonizzata veniva recuperata, messa nei sacchi, caricata sulle slitte e trascinata fino alla strada del fondovalle. Questo carbone veniva venduto per pochi soldi ai fabbri e alle famiglie borghesi della città.

In passato, i grandi tagli venivano utilizzati anche per fornire il carbone necessario alle fonderie e alle fabbriche della Valdigne e di tutta la Valle d'Aosta.

Dei documenti del 1823 testimoniano che i due capitoli di Aosta della Cattedrale e della Collegiata di Sant'Orso, a quei tempi proprietari di gran parte dei boschi di Derby, concessero a Philibert Frédéric Gerbore, su sua stessa richiesta, un taglio considerevole di legna "da trasformare in carbone destinato alla fonderia di La Salle e alle fabbriche di Derby".

ForesteIn seguito, soprattutto durante e dopo la guerra del 1940-1945, il commercio del legno si sviluppò notevolmente e i boschi furono razziati e talvolta addirittura distrutti. Per molti anni, lo sfruttamento del legno a dato lavoro a molti giovani del paese, soprattutto durante l'inverno quando l'agricoltura non richiedeva mano d'opera, e questo ne ha limitato considerevolmente l'emigrazione all'estero, l'unica alternativa per avere un lavoro che permettesse loro di mantenere la famiglia.

Sopra il borgo di Derby, la grande foresta che prende il nome dal paese si estende dai confini con Avise al torrente Lenteney. Dopo il torrente, iniziano i boschi di Monfalcon, di Lazey, di La Joux, di La Haut, del monte Gonléi, di Plan-Agés, di Plan-Rançon, di Bou-di-ban, ecc.

Sulla sinistra orografica, invece, troviamo i boschi di Charvaz, del Colle di Bard, di Planaval, ecc.

Questi boschi sono ricchi soprattutto di abeti, larici (che a La Salle vengono chiamati laàge), abeti bianchi (vargno), pini cembri (arolle) e pini silvestri (doglie), anche se questi ultimi sono presenti solo in quantità limitate e solo nelle zone più aride. Il bosco ceduo è ricco di betulle (biolle), pioppi tremoli (arbéi) e soprattutto, ontani (verne).

La grande estensione dei boschi che ricoprono gran parte del territorio del comune ha dato la possibilità agli uomini di La Salle di specializzarsi nei lavori che sfruttano il legno. La maggior parte degli uomini, terminati i lavori in campagna durante la bella stagione, si armavano di asce, cunei per il legno, piolet e seuiton e andavano nei boschi. In altre parole diventavano dei boscarins. Abbattere i larici e gli abeti, tagliare i rami, togliere le foglie per poter rotolare i tronchi fino ai carri e ai camion, erano le attività tipiche dell'autunno e dell'inverno.

Il mezzo più primitivo per riunire le piante abbattute a Le Pont erano gli tzoblo, una sorta di corridoi nel terreno dove i tronchi scivolavano sulla neve fino ad arrivare ai bordi della Dora. Questo sistema richiedeva la presenza di numerosi boscarins lungo il corridoio attraverso il bosco, in quanto dovevano controllare che le piante scivolassero bene negli tzoblo, e non era certo privo di rischi.

L'altro mezzo era più moderno e sicuro e consisteva nell'utilizzare la teleferica che partiva dalla cima del bosco, lo attraversava interamente e raggiungeva il fondovalle. Qui i tronchi venivano accatastati ordinatamente, quindi si procedeva alla misurazione della merce prima di venderla agli acquirenti.

Grazie all'abbondanza del legno, nel comune sono sempre esistite numerose segherie, dove questo legno veniva lavorato e ridotto in assi delle dimensioni volute dai falegnami. Ce n'erano due a Villaret, una a Le Pont (Loggia), una ad Arbettey e una a Morge, oltre a quella di Corgnati al Marais, sul confine tra La Salle e Morgex. Esse garantivano un lavoro a molti rechan durante tutto l'anno.

In passato, queste segherie funzionavano ad acqua: i movimenti degli ingranaggi erano azionati dalla caduta dell'acqua di un ruscello o di una meneresse. Per noi bambini, era curioso e affascinante vedere tutti quegli ingranaggi in movimento, comandati da una semplice leva di legno… la lunga lama della sega a grossi denti che andava e veniva, senza influire minimamente sulla segatura che continuava a scendere leggera e profumata, le grandi assi bianche che il segatore accatastava di lato, ecc.

Più tardi furono introdotte le lame circolari e, grazie alla forza elettrica, il lavoro iniziò a procedere in modo molto più rapido. Il suono acuto della sega in movimento ci permetteva di contare a distanza il numero delle assi finite.

Le falegnamerie non sono mai mancate a La Salle: ce n'erano una decina a conduzione famigliare con un solo artigiano. Va comunque ricordato che di solito, i lavori più semplici e ordinari di manutenzione degli attrezzi domestici o agricoli venivano effettuati direttamente dal capofamiglia.

Col tempo, questi laboratori si sono moltiplicati. Più grandi e moderni, si sono diffusi in tutto il territorio del comune: a Le Pont, a Villaret, nel capoluogo, a Echarlod e in collina.

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